Le lezioni che ci regala la Vita non sono sempre facili da riconoscere perchè alla “Scuola della Vita” non ci siamo iscritti coscientemente e non ci aspettiamo veramente che lei possa insegnarci qualcosa.

Diamo molto per scontato: è normale sapere come nutrirsi, come respirare, come camminare …

Ci dimentichiamo, però, che tutte queste cose non le abbiamo imparate da soli ma abbiamo sempre avuto un aiuto che, in un certo senso, è stato molto doloroso.

I primi 9 mesi di vita li trascorriamo in un ambiente protetto, ovattato, sicuro. Non dobbiamo far altro che crescere e prepararci per una vita diversa, una vita dove l’ambiente è molto più freddo, insicuro e dove dobbiamo chiedere o procurarci il cibo e non solo assimilarlo. Una vita dove i suoni sono più forti e fastidiosi e dove, soprattutto, manca quel confortante suono ritmico del cuore della mamma.


Se potessimo scegliere di nascere è molto probabile che nessuno di noi avrebbe il coraggio di affrontare i traumi di un cambiamento di vita così radicale ma, così facendo, moriremmo sia noi che nostra madre.

E così è la Vita a scegliere per noi, è la Vita a darci la prima lezione. Una lezione che, però, non viene appresa nel profondo.

Al momento della nascita vengono provate, dalla madre in maniera conscia e dal neonato in maniera inconscia, delle emozioni molto forti:
- La perdita delle acque
- Le spinte delle contrazioni quando, anche se il dolore è così intenso e si farebbe di tutto per non provarlo, il corpo prende il comando sulla mente e spinge da solo
- Il taglio del cordone ombelicale
- Il primo dolore intenso, che prova il neonato, per far espandere i suoi polmoni ed iniziare a respirare da solo.

Sono delle emozioni/lezioni veramente estreme che, molto raramente, riusciremo di nuovo a provare nel corso della nostra vita ma sono lezioni che ci insegnano tutto:
- Senza l’acqua non si può vivere
- Senza provare dolore non ci si può staccare da una situazione “consolidata” anche se non più sostenibile
- Senza una separazione netta, non si può cominciare una nuova vita
- Senza causare dolore, non possiamo aiutare una nuova vita a crescere

Nel viaggio che abbiamo intrapreso ci agganciamo, il più delle volte inconsapevolmente, ad altre persone, a situazioni, a modi di vivere. Ci creiamo tanti “cordoni ombelicali” che diventano via via sempre più difficili da tagliare perchè non ne avvertiamo nemmeno più la presenza … almeno a livello conscio.

A scuola ci hanno spiegato il funzionamento dei Vasi Comunicanti:
“Il principio dei vasi comunicanti è quel principio fisico, scoperto da Stevino, secondo il quale un liquido contenuto in due o più contenitori comunicanti tra loro, in presenza di gravità, raggiunge lo stesso livello dando vita ad un’unica superficie equipotenziale (fonte Wikipedia).”

Fantastico vero ? Non è un mistero, è sotto gli occhi di tutti ed è facilmente sperimentabile ma, come molte delle cose che ci vengono insegnate, invece di vedere oltre al semplice fenomeno fisico, ci limitiamo ad apprenderne la definizione o la formula e a ripeterla per ottenere un giudizio … sperando che sia buono :-)

L’acqua è l’elemento più prezioso che abbiamo a disposizione: viene sempre associata alla vita come anche all’amore.

Quindi se accettiamo che l’acqua sia molto simile all’amore, allora dovremmo anche dare per assodato come senza amore non si possa vivere e, ancora più importante, dovremmo riconoscere che se l’acqua è l’esempio che la vita ci regala per insegnarci come funziona l’amore, allora il principio dei vasi comunicanti lo si può applicare anche alle relazioni.

Ed ecco che, improvvisamente, intuiamo quanto sia importante scegliere le persone o le situazioni con le quali ci colleghiamo.

Ripensiamo al “vaso Thaatt” (vedi articolo L’importanza della progressione Thaatt ). Ognuno di noi ha il proprio vaso ed il suo compito principale è quello di riempirlo d’acqua/amore. Per riempire il primo livello (i genitori) siamo autonomi e non abbiamo bisogno di ricevere aiuti dall’esterno mentre, per gli altri livelli (soprattutto per il secondo), dobbiamo creare dei collegamenti con altri vasi e, così facendo, mettiamo in comune la quantità di acqua/amore reciproca.

Facciamo attenzione, però, ai collegamenti che scegliamo di creare.

Esaminiamo un collegamento di 2° livello Thaatt: un collegamento di coppia. In questo caso, immaginiamo che tra i vasi dei due partners si formi un tubicino di cristallo che li colleghi ad un livello appena superiore alla “membrana” del 1° livello.La coppia, inconsapevolmente, inizia a trasferire l’acqua/amore tra i propri vasi fino a che l’acqua/amore raggiunge lo stesso livello in entrambi i vasi.

A questo punto il livello di acqua/amore della coppia, si attesterà ad un livello superiore per chi aveva il vaso più vuoto ed inferiore per chi, invece, l’aveva più pieno.

Questo abbassamento/innalzamento del proprio livello di acqua/amore, non viene percepito subito perchè, durante la fase di innamoramento, viene aggiunta moltissima acqua nei 2° livelli di entrambi i vasi e la coppia è letteralmente travolta da un turbine di passione e non si accorge o, meglio, fa finta di non accorgersi, di quello che realmente sta accadendo.

Ma dopo un tempo che può variare da pochi mesi a circa 2 anni, quando la passione si è acquietata, allora il livello di acqua/amore si stabilizzerà e, nel caso uno dei due partners abbia ancora delle grandi falle al 1° livello (i genitori), il livello scenderà di molto e non si arresterà fino a quando uno dei due partners, stanco di farsi carico della felicità della coppia, non chiuderà il collegamento tra i due vasi.

Chiudere un rapporto quando è giunto al termine è molto difficile ma necessario. Le fasi assomigliano molto a quelle del parto:
1) Perdiamo acqua/amore
2) Non riusciamo più ad illudere il nostro corpo con frasi del tipo “In fondo non va così male ! E’ vero che sono mesi, o forse anni (mio Dio come passa il tempo), che litighiamo senza una ragione precisa ma, senza di lui/lei, non potrei comunque vivere” e il nostro corpo si ribella e agisce da solo procurandoci tutta una serie di malanni, o abbassando il nostro livello di “ormoni della felicità” o in altri modi ancora ma, sempre con lo stesso risultato: cerca di farci vedere che stiamo seccandoci come una pianta alla quale non si dia più acqua.
3) Non riusciamo a tagliare il “cordone ombelicale” che ci lega perchè temiamo che, senza di esso, ci mancherebbe un nutrimento vitale
4) Abbiamo paura, molta paura, di provare quel dolore che ci attende quando dobbiamo imparare a respirare, di nuovo, “da soli”.

Dopo quanto detto finora, potrebbe sembrare che sia meglio non creare collegamenti con nessun altro vaso in modo da preservare, almeno, l’acqua/amore che siamo riusciti a mettere da parte da soli … ma non è così.

Abbiamo bisogno dei cordoni ombelicali per crescere anzi sono addirittura fondamentali se vogliamo riuscire a riempire tutto il nostro vaso … dobbiamo solo imparare a monitorare il livello della nostra acqua/amore e, se vediamo che continua a scendere nonostante tutti i nostri sforzi per farlo salire, allora è giunto il momento di chiedersi, sinceramente, da quale “cordone ombelicale” l’acqua, invece di entrare, sta uscendo e poi trovare il coraggio di chiuderlo.

Una “Coppia di Crescita” è una coppia che ha compreso a fondo questo concetto:
- entrambi i partners sanno che il rapporto con i propri genitori deve essere il più possibile sereno e stabile in modo da non creare dei vuoti d’amore che dovranno essere riempiti sacrificando un pò dell’amore della coppia.
- entrambi i partners sono consapevoli che ogni legame affettivo supplementare (amicizie, colleghi di lavoro, conoscenti …) influenzerà il livello di acqua/amore del proprio vaso e, quindi, il diametro dei tubicini di collegamento non dovrà essere troppo grande altrimenti si corre il rischio che una persona/situazione, esterna alla coppia, abbia troppa influenza sulla coppia stessa.
- entrambi i partners sono consapevoli che una fonte necessaria di acqua/amore la si trova nel 3° livello Thaatt e saranno in grado, senza traumi di nessun genere, di prendersi degli spazi e del tempo per sperimentare nuove esperienze e portare acqua/amore nuovi all’interno del proprio vaso innalzando, così, anche il livello di acqua/amore del proprio partner.

La Vita è un’insegnante dalla pazienza infinita. Non smetterà mai di insegnarci e non se la prenderà mai se continuiamo a non ascoltare le sue lezioni.

Lei ci insegna solo ciò di cui abbiamo veramente bisogno … ci insegna ad amare … ma non alza mai la voce ed è per questo che, se vogliamo veramente imparare, dobbiamo cercare di fare silenzio, in noi stessi, per poter udire le sue parole.

Un abbraccio

Rob & Mar

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