Vi ricordate quando, da bambini, qualcuno ci diceva che eravamo stupidi o antipatici e noi intrecciavamo le mani e, con il palmo rivolto verso il nostro ‘accusatore’ dicevamo: “Specchio riflette !” ?

Allora lo prendevamo come un gioco e forse riuscivamo ad intuire la profondità di quel gesto ma poi, da adulti, ce ne siamo dimenticati.

Il principio base di Thaatt é proprio il riconoscere che tutto quello che ci accade viene creato da noi stessi. Le situazioni che viviamo e le persone che incontriamo, altro non sono che uno specchio che ci permette, se lo vogliamo, di vedere come siamo realmente.

Certo, il gioco del “Specchio riflette” era divertente quando lo facevamo agli altri mentre, quando lo ricevevamo noi, allora ci arrabbiavamo moltissimo e, se il gioco continuava per troppo tempo, sfociava in piccole risse.

Fa male guardarsi dentro perché ci accorgiamo di non essere la persona che credevamo di essere.

Quando inizieremo a vedere le immagini intorno a noi come un riflesso di quello che abbiamo dentro, allora inizieremo ad evitare, per quanto possibile, tutte le situazioni di “energia bassa” come la televisione, i giornali o i pettegolezzi. In generale tenderemo ad evitare tutte le situazioni che non possiamo vivere in prima persona.

É molto importante vivere nel presente e concentrarsi sull’esperienza del momento evitando di aggiungervi schemi del passato o aspettative del futuro. É come il gioco del telefono senza fili: la notizia confidata al primo bambino della fila, prima di arrivare all’ultimo si é trasformata e non é più quella iniziale perchè, nel tragitto, per incomprensioni o per scherzo, qualcuno l’ha modificata.

Immaginate quanti passaggi ci sono prima che una notizia giunga a noi attraverso la televisione, i pettegolezzi o i giornali. Senza considerare che le notizie “brutte” hanno la tendenza a divulgarsi ed ingigantirsi molto più di quelle “belle” forse perché, per qualche stano motivo, siamo più portati a credere ai difetti che ai pregi. Mark Twain diceva: “Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità deve ancora allacciarsi le scarpe”.

Torniamo ora ai riflessi. Le superfici riflettenti devono avere un fondo scuro per restituire l’immagine. Di fronte ad un vetro trasparente non si vedono riflessi e si vede il paesaggio al di la del vetro stesso. Se peró, dietro a quel vetro, incolliamo una lastra di alluminio, allora lo stesso materiale trasparente di prima ci ritornerà la nostra immagine e non ci farà più vedere oltre.

Succede così anche in noi.

Se dentro abbiamo molta confusione e continuiamo a smuovere e intorbidire l’acqua del nostro vaso (vedi l’importanza della progressione Thaatt), allora saremo un ottimo specchio e le persone che avranno a che fare con noi, difficilmente riusciranno a vederci nel profondo. Può anche essere che dentro di noi avvertiamo un grande amore ed una grande gioia e vogliamo, a tutti i costi, espanderla e regalarla agli altri ma, anche in questo caso, stiamo continuando a smuovere la nostra acqua e la nostra superficie sarà lo stesso riflettente.

E di nuovo, come già in un articolo precedente, ritorna una della frasi più celebri di Gandhi: “Siate il cambiamento che volete vedere nel mondo”

Se “saremo il cambiamento”, allora le persone e le situazioni con le quali ci rapporteremo, rifletteranno esattamente le immagini che noi vorremmo vedere e non dovremo più fare nulla ne convincere nessuno che il nostro modo di vita sia quello “giusto”.

Semplicemente vivremo come abbiamo sempre desiderato e il mondo attorno ci sembrerà cambiato ma, in realtà, il cambiamento sarà dentro di noi.

E’ facile credere allo “specchio fisico”, quello che guardiamo ogni mattina in bagno. Crediamo all’immagine che ci rimanda e, a seconda dei casi, cerchiamo di migliorarla. Se, specchiandoci, vediamo che siamo spettinati allora ci pettiniamo, se siamo sporchi ci puliamo, se ci è rimasto qualcosa nei denti li laviamo e non ci viene in mente di distruggere lo specchio credendo che, così, i nostri “difetti” fisici spariranno.

E’ più difficile, invece, credere agli “specchi dell’anima”. In quei casi, quando ci troviamo in una situazione “brutta” o abbiamo di fronte una persona indisponente, tendiamo a voler cambiare la situazione o la persona agendo su di loro invece che su noi stessi. Quante volte abbiamo detto “Quella persona proprio non la sopporto ! E’ un perfetto idiota” ma immaginate che vi stiate rivolgendo ad uno specchio … chi è la persona che non sopportate ?

Se accettiamo di essere circondati da “specchi dell’anima”, allora saremo noi i primi a non volerci identificare con delle immagini “brutte” e così inizieremo a non criticare più, a non spettegolare e a non cercare il “lato buio” delle persone concentrandoci, invece , sul “lato luminoso”

E poi, passo dopo passo, arriverà il giorno in cui smetteremo di identificarci con delle immagini, siano esse brutte o belle e sentiremo, profondamente, che siamo fatti di semplice acqua, di semplice amore.

Quel giorno avremo, finalmente, perso la facoltà di giudicare e chiunque si specchiera in noi vedrà solo amore.

Un abbraccio.

Rob & Mar

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