Sono seduto al piccolo tavolo della piccola cucina della piccola casetta di Mar a Grand Puy (un incantevole paesino a 1.830 metri di quota situato a circa 4,5 km da Pragelato) intento a scrivere una nuova esperienza Thaatt.

La legna, nella stufa, sta scoppiettando e sul gas, stanno cuocendo delle patate che ci mangeremo tra poco … qui le cene sono spettacolari anche quando gli ingredienti sono molto semplici.

Siamo arrivati a Grand Puy quattro giorni fa ed io ero in preda ad un grande sconforto che, però, non riuscivo a definire. Avevamo davanti cinque giorni e mezzo di relax fatti di coccole, di passeggiate, di letture, di cenette a lume di candela e di sieste distesi su dei lettini prendi-sole ma non riuscivo comunque a scrollarmi di dosso una strana negatività.

Dopo due giorni, però, ero finalmente riuscito a rilassarmi e a godermi la vacanza quando ecco che, proprio verso la fine del soggiorno, , la “negatività” di cui sopra è tornata all’attacco con un potentissimo “colpo di coda” che mi ha colpito all’improvviso e allora che cosa ho fatto ?

Ho cercato di dare la colpa a Mar.

Lei aveva appena finito una telefonata, non proprio rilassante, con il figlio, e io l’ho giudicata sollevando commenti sull’applicazione di un metodo di studio che avevamo individuato insieme e che il figlio, a quanto pare, non stava seguendo approfittando della nostra assenza da casa.

Il mio risentimento è andato via via aumentando fino a generare un piccolo blocco di stress appena sopra la bocca dello stomaco ed ho attaccato Mar dicendole che era poco pratica e, in certi casi, invece di affrontare una possibile discussione con il suo ex-marito, preferiva rifugiarsi in un mondo parallelo; lei mi ha guardato e, semplicemente, mi ha detto: “No, questo non lo accetto. Non è vero che non sono pratica e che mi rifugio “nel mio mondo” ogni volta che si presenta un conflitto.”

- “E invece sì !” … mi diceva una vocina, molto polemica, dentro di me
- “E invece ha ragione. Esci un attimo dalla tua nuvola di rabbia e accetta la realtà. Mar è molto più pratica di te” … rispondeva un’altra vocina, molto più saggia.

A quel punto è stata molto forte la tentazione di aprire la porta e andarmene a fare un giro per sbollire la rabbia ma, attingendo a delle risorse che non avevo mai avuto, non l’ho fatto e sono riuscito a dire: “Ti sto attaccando ma non sei tu la causa della mia rabbia … e non riesco a capire quale sia … per favore aiutami”.

E così, restando distanti l’uno dall’altra perchè le correnti emozionali che avevo creato erano ancora molto forti, ci siamo messi a parlare cercando di esaminare che cosa, in questo momento della mia vita, poteva crearmi questa tensione ed abbiamo trovato la risposta: Thaatt !

Eh già, è Thaatt che, in questi ultimi giorni, mi sta creando delle tensioni.

- Sono preoccupato di trovare del materiale da pubblicare su Facebook e sul sito.
- Sono preoccupato di non riuscire a scrivere gli “articoli giusti” per riuscire a spiegare, il più chiaramente possibile, quanto mi stia dando il percorso Thaatt e quanto sia importante, per me, che si diffonda.
- Sono preoccupato anche di gestire la neo-nata parte commerciale di Thaatt

In pratica sono preoccupato di non fare le cose giuste perchè Thaatt possa crescere bene e avere una vita piena e bella.

Non ho figli miei e mi sono accorto che Thaatt, per me, è come una figlia (o un figlio, Thaatt è asessuata :-) ) e sto provando, in prima persona, i dubbi che affliggono ogni genitore che cerca di dare il meglio ma non sa come fare perchè non ha esperienza in questo campo.

A differenza di Mar, che ha già una notevole esperienza come Mamma, ho realizzato di essere diventato responsabile di qualcuno/a che, per un periodo più o meno lungo, avrà bisogno di me.

In altre parole … mi sono reso conto di essere diventato Papà :-)

Rob.

Facebook0Twitter0EmailPinterest0Google+0